Lorenzo Jovanotti inonda di vitalità la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica

Schermata 2016-10-16 alle 22.29.23(@lorenzojova)

Ad accoglierlo c’è  Antonio MONDA,  il Direttore artistico della Festa del Cinema.

L’intenzione che è anche il sottotesto di questa 11^ edizione è quella di tornare a connotare il festival nel modo in cui è stato pensato fin dagli esordi, pertanto, come una Festa in grado di coinvolgere la Città e, cosa più importante, di renderla tappa fondamentale per le grandi stars, del Cinema e non solo. Stars sia nazionali che internazionali.

Dopo Tom Hanks e Oliver Stone, Domenica 16 ottobre, i riflettori si sono accesi su Lorenzo Jovanotti che ha dato spettacolo di sé fin dal Red Carpert, dedicando un tempo notevole alla Stampa e al folto pubblico ammassato lungo le transenne predisposte per contenerlo. Uno spettacolo nello spettacolo dentro al week-end, per mostrarci che se, oggi, abbiamo un personaggio come Lorenzo Cherubini è perché l’essere semplice e il mantenersi tale può ripagare in popolarità: in lui non c’è costruzione del personaggio ma voglia di essere diretto, di contagiare senza troppo montarsi la testa.

L’incontro pensato, ideato e condotto da Monda è un viaggio attraverso quindi momenti filmici che per Lorenzo sono stati importanti: “il cinema vissuto più che amato che è ovviamente molto di più, perché nel momento in cui si ‘spenge’ la luce è come nei concerti: una grande emozione”.

Si è presentato così  come persona e non come cinefilo, come un ragazzo nato nel 1966 che ama il cinema.

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Anche perché non sono mancati  I Blues Brothers, La febbre del sabato sera, Kill Bill nella sequenza di combattimento tra Daryl Hannah e Uma Thurman, i 400 colpi con Antoine Doinel che corre sulla spiaggia nel finale del film,  Altrimenti ci arrabbiamo dedicato a Bud Spencer nella sequenza in cui lui e Terence Hill mangiano mentre intorno tutto il pub viene distrutto, Stand by Me, Yuppi Du, Un sogno lungo un giorno di Francis Ford Coppola, Timbuktu di Sissako mentre dei ragazzi giocano a calcio senza pallone perché il calcio è stato vietato dai talebani, La città incantata di Myiazaki, Io chiara e lo scuro con Nuti, Andrej Rublev di Tarkovski, Taxi Driver di Scorsese, Mad Max – Fury Road di Miller, Amarcord di Fellini nel momento in cui Ciccio Ingrassia sopra ad un albero grida “Voglio una donna”.

In pratica il cinema che ha visto fin da ragazzino (12 anni) un po’ illegamente perché molti film erano vietati ai minori di 14 anni, un po’ perché coinvolto dai suoi fratelli maggiori. Film che gli hanno cambiato, a poco a poco, la vita e lo hanno invogliato a girare il mondo, a cercare il proprio angolo di successo.

I quindici film hanno avuto un prologo importante. l’incontro è infatti iniziato con una dichiarazione formale d’assenza formulata dallo stesso Jovanotti e letta dal proprio cellulare quasi a scusarsi che non ci sarebbero stati i grandi classici della storia del cinema.

Per questo non ci ha mostrato ,Kubrick, Leone, Burton, Gilliam, Bruce Lee, i film dei supereroi, Iñárritu, Benigni, Herzog. E poi: “Rocky e Rambo, Kusturica, Wenders e Kurosawa, Zemeckis che ha fatto Forrest Gump che è di sicuro nella mia ‘top three’. Non c’è De Sica, non c’è Spielberg, non c’è Novecento di Bertolucci, non c’è Footloose, non c’è Pretty Woman. Ma non c’è neppure Pasolini, Lucas, Jarmusch, Lynch, non c’è Chaplin! Sei uno stupido se non ci metti Chaplin… non c’è Pablo Larraín che è un cileno che spara film meravigliosi, Scarface voleva entrare a tutti i costi ma non ce l’ho messo. Non c’è Pixar che è centrale tra gli eventi cinematografici degli ultimi 20 anni, non c’è il cinema civile che avrei dovuto mettere anche per fare bella figura”.

E il pubblico, a fine incontro, non solo la ha ringraziato ma lo ha letteralmente acclamato.

di Giovanni Pirri

 

 

 

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