Le interviste di Allinfo.it : @Marco_Pollini

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Marco Pollini fa faville con la sua ultima opera filmica intitolata  “Le Badanti“.  E’ una pellicola che si guarda attorno e analizza la realtà e cerca di trasmettere, nonostante ciò che riesce ad osservare,  un messaggio positivo.

Qual è stato l’approccio alla sceneggiatura di questo film?

La sceneggiatura entra con attenzione nel mondo degli anziani. Ho cercato di dare un taglio divertente a qualcosa che non lo è affatto.  All’inzio , addirittura prende una piega drammatica parlando di sfruttamento e di violenze. Tre  donne che arrivano in Italia spogliate di tutto e, pur senza possedere più nulla, provano a  ricostruire la loro vita pezzo dopo pezzo. Le violenze  subite generano in loro nuova determinazione e, quindi bisogno di rivalsa. Tant’è che, insieme, alla fine risolveranno una situazione particolare e divertente.

Si è sempre pensato alle badanti senza sottolineare i risvolti umani legati alle persone che ricoprono questo ruolo?

Se ci pensi quello della badante è un ruolo fondamentale ai giorni nostri. Senza non sapremmo come fare senza. Sono certo che  la figura professionale di chi assiste gli anziani  non possa non accendere l’attenzione della gente. Si lega ad una  questione sociale che non può essere disconosciuta.

Come è nata la scelta del cast?

Volevo trasporre nella finzione i caratteri dei personaggi che ho conosciuto nella realtà. Quindi , al momento della scelta del cast  ho cercato di trovare persone che avessero un legame stretto con la realtà. Ecco che troviamo   un poeta che ha bisogno di scrivere le poesie alle anziane e sogna di essere Dante Alighieri mentre  un altro personaggio  è un millantatore che dice di aver lavorato nei servizi segreti ma poi fa l’uscere al Ministero degli Interni. E poi c’è  Gigi  che è un atletico che  ha sempre in mente la palestra. Ognuno ha un profilo psicologico particolare,  proprio, realmente possibile. Comunque la vera ispiratrice nella scelta del cast e dei vari personaggi  è stata la fantasia.

Com’è Stella Maris?

Sembra una ragazzina di 24 anni anche se ne ha 94. Durante le riprese aveva una voglia infinita di lavorare e non faceva che chiedermi di iniziare le riprese. Vorremmo arrivare tutti alla sua età e con la sua lucidità. Ha sempre la battuta pronta e molte delle battute  presenti nella pellicola sono nate dalla sua mente fantastica. Io l’ho voluta a tutti i costi, sono andata a cercarla  e l’ho fatta recitare.

E’ importante anche legarsi ai luoghi in cui si decide di girare?

Cerco di mostrare bene i luoghi del nostro terriotrio. Nel film trovate alcune delle opere d’arte  più significative di Verona e Provincia ma, pure,  la campagna e i vigneti perchè credo che il cinema possa aiutare il rilancio turistico.

Anche ne La Playa, il docu che precede la pubblicazione de “Le Badanti”  c’è un suo guardarsi attorno. E’ questo il suo modo per trasmettere un certo buon grado di sensibilità a chi guarda i suoi film?

Ho sempre cercato di dare uno sfondo sociale alle mie cose. Spesso vado in Colombia o in Sud America e scopro ogni volta storie, sia belle che brutte, che meritano di essere raccontate.

Non si smettono mai i panni di regista?

Sicuramente no. Ovunque io  vada ho sempre un occhio attento alla realtà che vivo e, cosa ancora più importante,  credo alla internalizzazione del cinema italiano e, quindi,  quando vado all’estero ci vado anche per promuoverlo.

Come è nato l’incontro tra la colonna sonora e la pellicola. E’ stato un fruttuoso incontro?

Io nasco come DJ e come produttore di molti artisti. Grazie al mio team sono riuscito a inserire delle musiche molto particolari. Grazie al mio grande amico Federico Poggipollini sono riuscito a coniugare, come desideravo,  immagini e suoni.

E’ nata prima la musica o la  pellicola?

Sceneggiatori e compositori  hanno lavorato a stretto contatto scrivendo la musica. Alcune canzoni scelte in una rosa di brani poco conosciuti sono state inserite successivamente  perché molto cinematografiche e cosa ancor più importante … perché indipedenti.

Il film è dedicato a Franco Bignotto?

Sì Bignotto, a due mesi di distanza dalla  fine del film, ha avuto un problema fisico grave e ci ha lasciato. Franco E’ una persona che merita il nostro rispetto. Nella sua carriera di musicista ha insegnato musica e canto a tantissimi artisti  e per noi è stato sempre un esempio del fatto che i sogni possono diventare realtà Nonostante i suoi problemi fisici, era poliomelitico, è sempre stato  un lottatore come ce ne sono pochi.

Cos’è che le piace di più di quello che ha rivisto a montaggio finito?

La colonna sonora e anche come il tema sociale, assai importante, sia riuscito ad accendere nuova luce nelle persone.

Cosa pensa sia piaciuto di più a chi a già visto il film?

L’idea di unire differenti culture raccontate da  attori poco conosciuti. E credo anche  il tema delle badanti.

Come giudica il risultato negativo per il Cinema italiano a Cannes? Si stanno creando invidie nei nostri riguardi?

Decisamente sì. I francesi fanno più squadra e sono più attenti nella distribuzione mentre noi italiani critichiamo, ci interroghiamo senza però dare vita ad una distribuzione funzionale e democratica che aiuti a sostenere, concretamente, le produzioni indipendenti.

Nella direzione del sostegno il  tax Credit è un passo avanti?

Sì anche se, non tutte le aziende conoscono questa opportunità di risparmio che si spinge fino al 40% se  le imprese decidono di sostenere progetti artistici.

Il cinema di cosa deve accorgersi del passato per avere nuovo futuro?

Deve fantasticare meno ed essere più contemporaneo. E contaminarsi con attori stranieri che permettano una crescita utile per la costruzione di un futuro diverso

Il titolo anche in Inglese impone una apertura all’estero?

Stiamo cercando di far conoscere “Le Badanti”  all’estero e, quindi, il titolo in inglese era d’obbligo.

Sta lavorando ad un nuovo progetto?

Sto lavorando a una produzione Italia-Germania-Colombia che parla di una ragazza giovane, abbandonata dal padre italiano che sogna di diventare la Regina del Carnevale della propria città scontrandosi, quotidianamente,  con classi sociale diverse:   Se andrà bene cominceremo a fine dicembre. Ora il centro è focalizzato sulla preparazione della sceneggiatura. Il film probabilmente sarà recitato in lingua e poi verrà doppiato.

E…

Vorrei invitare tutti a vedere il film al cinema e alla fine del film ho scritto una frase che mi piace molto e vorrei arrivasse chiara e forte: “Dedicato alla vecchiaia e alle storie del passato e ai giovani che non hanno trovato ancora la loro strada

di Giovanni Pirri

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