Perché nessuno pronuncia più la frase “Je Suis Charlie”

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Je suis Charlie. Ecco perché  nessuno, ora,  (sor)ride.

La redazione di Charlie Hebdo ha, infatti, preso di mira i terremotati di Amatrice senza risparmiare le sue vittime paragonate al condimento di carne delle lasagne fatte di macerie. Mentre ai sopravvissuti di turno spetta il ruolo ora di salsa di pomodoro ora di penne gratinate.

Una immagine decisamente riprovevole per coloro i quali sono rimasti vittima del recente Sisma  che riapre l’annosa questione “Satira sì, satira no”.

La sensazione a pelle è che l’ironia sia quella cosa che faccia bene e sia da difendere solo quando riguardi gli altri.  In situazioni come queste bisognerebbe domandarsi perché ci comportiamo da intolleranti visto che molte delle gettonate serie TV  che circolano nel nostro Paese amano raccontarci una Italia distante dalla realtà, alterata nella visione collettiva e aperta al luogo comune dell’italiano “Spaghetti e Mandolino”. E senza che nessuno dica nulla o sollevi una questione di rispetto.

Eppure il dizionario “Treccani” definisce  la satira  una “composizione poetica che rivela e colpisce con lo scherno o con il ridicolo concezioni, passioni, modi di vita e atteggiamenti comuni a tutta l’umanità, o caratteristici di una categoria di persone o anche di un solo individuo, che contrastano o discordano dalla morale comune (e sono perciò considerati vizi o difetti) o dall’ideale etico dello scrittore“.

Se qualcuno si indigna è forse perché ha la coda di paglia?

Per quanto ci riguarda sarebbe più giusto indignarsi  con chi fa crollare le scuole che vengono spacciate per antisismiche e fare in modo che in un prossimo futuro non possano più macchiarsi di omicidi plurimi.

Ed ancora: insistere sul rispetto delle norme nei cantieri favorendo il consolidamento di quell’Italia in piedi solo fino al prossimo sisma.

Jean-Jullien-Je-Suis-Charlie-illustration_dezeenCi starebbe bene a questo punto un bel suggerimento per Vauro. Potrebbe fare una vignetta che mostri Uno spaghetto che avvinghia la matita con su scritto “Gesù Italien”

La Redazione

 

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