Le Interviste di Allinfo.it : @VeramenteAnonimi. Chi sono? Scoprilo insieme a noi.

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L’importante è prendere le cose con ironia. I Veramenti Anonimi hanno voluto utilizzare la maschera che è diventata la maschera degli Anonymous ripresa dal film V per vendetta. Celandosi dietro la maschera di Guy Fawkes  il membro più noto della congiura delle polveri, che tentò di far esplodere la Camera dei Lord a Londra il 5 novembre 1605 provano così a far conoscere la loro storia a favore di un mondo libero ma rispettoso dei diritti. Possibile? Impossibile? Scopri chi sono insieme a noi i Veramente Anonimi. Se sei un autore di canzoni per sapere poi come aderire al progetto che inizierà a settembre ti consigliamo di collegarti spesso al sito e ai canali social (facebook, twitter) ufficiali della band.

Perché la maschera di Guy Fawkes?

E’ un simbolo che serve a rivendicare i diritti dei più deboli afflitti dai poteri forti.  Visto poi che facciamo ampio riferimento al movimento degli Anonymous, onde evitare fraintendimenti,  ci tengo subito a precisare che, se da una parte crediamo nella lotta per i diritti della gente , dall’altra alcune battaglie  che gli Anonymous stanno portando avanti, tra l’altro,  in modo molto duro per  rivendicare i temi in cui credono, non le condividiamo per nulla. L’esempio può essere dato dal fatto che, se per noi la rete deve essere libera, dall’altra  non si deve dimenticare di preservare il diritto d’autore (sui software, sulla musica, nel cinema, etc…). La scelta della maschera di Guy è stata considerata esclusivamente per accendere una provocazione che  vuole utilizzare una forma di  linguaggio, oramai,  comune a tanti

Come è nata la canzone “Bella di mamma” e quali  steps vi siete dati?

E’ nata mentre stavamo provinando alcune canzoni. E’, quindi, saltata fuori quasi per gioco e, nonostante ciò,  subito, ha mostrato di avere le carte in regola per accompagnare  il progetto che ci siamo dati. L’idea (iniziale) è di creare un laboratorio gratuito a supporto dei giovani che amano raggiungere certi obiettivi comuni,  almeno nel mondo autorale.  E, in questo ambito,  sono tanti gli artisti che ci aiuteranno a costruire nuovi riferimenti a cominciare da Maurizio Costanzo:  da autore di spessore ma anche da  addetto ai lavori di lungo corso ha fatto proprio il valore per la musica e per la scrittura e ha deciso di aiutarci. Non puoi immaginare quanto sia stato felice di ascoltare “Bella di Mamma”: ci ha dato dei folli e, per questo ci ha detto sì.

Perché allora non metterci la faccia?

L’idea di essere mascherati nasce per spostare il centro su chi scrive e non su chi canta. A noi il compito di metterci  la maschera, di incuriosire accendendo una luce sull’importanza dei contenuti. E di ruotare come gruppo, all’occorrenza.

Il brano è molto semplice: poche parole, un ritornello, senza un messaggio da veicolare…ma solo all’apparenza.
E’ più complicato scrivere un brano semplice o un brano complesso?

Conta l’intenzione che si decide di spendere quando ti ritrovi a  scrivere una canzone. Se tu scrivi un brano non per fare l’hit parade ma per dare corpo alla melodia e al testo che ti sta sullo stomaco, fino a quando non lo concretizzi non riesci a comprendere che la complessità del brano diventa relativa. Essa è  funzione dello stato emotivo in cui versi mentre scrivi.
Se, invece, l’obiettivo è solo quello di fare successo, allora tutto può diventare più complicato. Questi due tipi di approccio vivono su piani reali diversi tra di loro e possono dare vita ad un divario, a volte, insanabile. La musica è prima di tutto comunicazione e se nascondi il tuo vero intento può nascere un comportamento ipocrita. Le due condizioni vivono e si esprimono su piani diversi.

Potremmo definire allora  “bella di mamma”  una canzone coerente a metà strada tra i due piani?

Coerente e con la voglia di accendere una sfida nella quale l’ironia gioca un ruolo importantissimo. All’auto-ironia il compito di fare il resto in quanto è giusta  medicina contro l’ipocrisia. Ecco spiegati  certi doppi sensi presenti nel testo. Siamo pieni di artisti che si spendono nel sociale e si spingono oltre il ruolo che compete loro per farci riflettere,  poi però,  nella vita personale sono l’opposto. Il rivoluzionario sul palco, non coerente con se stesso, non ci piace.

Chi è che canta “bella di mamma”?

L’uomo medio che quando torna in albergo pensa solo ad una cosa.

Come è nato  il vostro trio? E perché questo tipo di arrangiamento? Ma, soprattutto perché la scelta di andare in California?

Il pezzo era nato con un arrangiamento  all’italiana,  versione anni 80,   perché volevo inserire, a tutti i costi, il sax. Poi però ho avuto la possibilità di andare in California. Là ho incontrato le due persone che, ora,  suonano  con me e ascoltando meglio il provino che avevo realizzato  ci siamo resi conto che il brano poteva venire bene nello stile  anni 70. Da lì  è stato un tutt’uno affidarsi a Saverio Principini (l’unica figura di questo progetto di cui sono autorizzato a fare il nome) e sulla collina di Hollywood Hill, all’interno del suo studio che ha ospitato anche Vasco durante le registrazioni dei suoi ultimi brani, è nato il sound definitivo di “Bella di mamma” che  ci ha fatto innamorare e tutti, ora, potete ascoltare.

Costanzo che tipo di contributo ha donato al Vostro progetto?

Pur dandomi del pazzo è stato ben felice di ascoltarmi capendo che , nel suo piccolo,   questa idea non  è rivolta come al solito  a chi canta, già obiettivo dei talk musicali , ma è rivolta esclusivamente a chi scrive le canzoni  offrendo spazio di formazione  gratuita. Vista la fiducia che ci ha accordato, a Costanzo daremo la responsabilità di curare la pubblicazione di quello che sarà il  testo ufficiale del nostro laboratorio. Testo che verrà scritto work-in progress e verrà pubblicato da Armando Curcio Editore.

Maggiori dettagli sul progetto?

In questo nostro viaggio che inizierà a settembre ciascun  interlocutore /formatore  racconterà la propria carriera artistica come esempio cercando di mettere in luce l’ingrediente segreto che ne ha decretato il successo. Speriamo che, così facendo, possa apportare al gruppo che si formerà una buona dose di fiducia che non guasta mai e deve fare da collante alla passione.

Che atteggiamento  avete nei riguardi di Sanremo visto che, sovente,   gli autori finiscono col passare in secondo piano?

Rispondendo a questa tua domanda su Sanremo potrei mettere a rischio il nostro anonimato, quindi cercherò di essere  vago nella mia risposta.  Sanremo, da sempre considerata  la manifestazione canora capace di decretare il successo di un artista,  ha perso molto della sua forza. Lo scettro della visibilità, oggi, è in mano  ai talk televisivi, ambito che stimola le case discografiche ad essere presenti e attive nei riguardi dei giovani. Di dischi se ne vendono pochi perché il pubblico preferisce guardare la TV e scegliere in quel contesto il proprio artista da seguire. Il rovescio della medaglia ovviamente non è positivo perché  chi fa scouting esercita un potere, a volte, eccessivo che esercita a monte.

E per quanto riguarda il comportamento delle radio, qual è la Vostra posizione?

Da anonimo io credo che sia un vero peccato che la radiofonia messa su dai grandi network  non vada  più a caccia di talenti. Le radio  preferiscono sostituire alle canzoni le parole per garantirsi il coinvolgimento  del pubblico. Diminuendo gli spazi musicali quei pochi che rimangono sono destinati ai grandi successi. Tutto ciò  uccide la possibilità di far ascoltare i govani in radio. Unica eccezione sono le radio indipendenti.

Tenuto conto che per una radio il valore aggiunto è rappresentato anche dagli artisti perché non c’è coesione tra di essi per superare l’ostacolo? Volendo gli artisti potrebbero dettare legge. C’è dietro un problema culturale? O più semplicemente i miti temono la concorrenza dei giovani?

Più fai nella vita e più hai relazioni e, quindi, maggiore è la possibilità che quello che fai possa darti uno sbocco importante.
Più che un problema culturale (che ci può anche stare) nelle radio il problema principale è rappresentato dal raggiungimento dell’utile di bilancio. Obiettivo che lascia poco spazio a certi rimproveri, nel senso che è legittimo per loro cercare di raggiungerlo.  Forse,  occorrerebbe una forma alternativa di radiofonia capace di cooperare sinergicamente con i grandi network e disponibile a portare in radio quei talenti live che sono abiutati a fare grandi numeri anche se poco conosciuti.   Una specie di radio degli artisti a tutela di coloro i quali non hanno la testa da imprenditori in quanto artisti puri.

In una ottica di visibilità anche la scelta del talent ha la sua importanza?

C’è talent e talent perché la proposta televisiva non è omogenea e, attualmente,  solo un talent  è in grado di fare molto meglio degli altri. Mette insieme un mix di ingredienti che richiedono un investimento adeguato, relazioni  ampie, accordi discografici opportuni. Però non va dimenticato che il successo  e, quindi la fama, non possono e non devono essere  la molla principale in uso all’artista. Sopra ogni cosa deve regnare la passione.

Quali saranno i prossimi passi?

Nel nostro progetto  non è importante chi io sia ma la canzone che ti faccio ascoltare e, quindi i prossimi passi  continuerano ad andare verso la direzione dell’anonimato.  Ti posso anche dire che il progetto originario prevede la sostituzione del frontman  in base alla  canzone prodotta, di volta in volta, dal lavoro comune degli autori che aderiranno al progetto. Una volta scritto il nuovo pezzo verrà proposto  ad un artista famosissimo al quale verrà chiesto  di mettersi comunque la maschera. Pensa a un Ramazzotti, o a  un Vasco e o a un Ligabue con una bella maschera applicata sul volto.

C’è già una idea per il brano autunnale?

Il brano “bella di mamma” è  a metà tra il gioco e il demenziale ed è però diverso dagli altri brani (ballate pop rock ) che stiamo  provinando. Tra quelli ascoltati  solo un brano ci sembra  assolutamente in linea con la nostra filosofia  e potrebbe essere il naturale proseguimento di “Bella di Mamma” ma non è escluso che il brano che sceglieremo sia  creato in “open source” e produca diritti per un progetto benefico.

Quale sarà le sede del laboratorio?

Il nostro laboratorio sarà virtuale e ognuno di noi provvederà a migliorare le attività che verranno inoltrate tramite la rete. Costanzo da Roma …io (omissis) etc etc.

E…

Ai giovani dico…. qualunque cosa vi capiti tenete duro… se non tenete duro avete perso in partenza. Non conta la bravura ma la determinazione.  Meglio poi non far diventare questo mestiere, il lavoro principale.  Se sapesse che lavoro faccio nella vita non ci crederebbe mai …sono un vero insospettabile… Purtroppo ho capito che valgono più le spinte politiche che il merito,  con tanto di  strani ritorni di riconoscenza ai limiti dello spiacevole.

di Giovanni Pirri