Le Interviste di Allinfo.it : Antonio Pignatiello (@PignaAntonio)

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(@PignaAntonio)

A Sud di nessun nord c’è  il disco di Antonio Pignatiello uscito il 21 aprile. Un disco che è prima di tutto  un grande omaggio alla canzone d’autore ma, soprattutto ha  un titolo che è più di un gioco di parole.
Qual è il senso che sta dietro a questo disco a cominciare dal titolo?

Potrei definire questo disco come un omaggio a Bukowski registrato con uno studio mobile mentre viaggiavamo in lungo e in largo in Italia.  L’idea era di raccontare l’incontro e la condivisione della vita attraverso questo viaggio e il titolo racconta molto bene l’idea.

E’ un disco pieno di citazioni ma anche di un senso profondo non a caso lo hai dedicato a Giuliano Valori che ha suonato nel disco e purtroppo è scomparso recentemente?

La canzone che accompagna l’uscita si chiama Lontano da qui ed è stata suonato da una persona molto cara che il viaggio lo ha affrontato in maniera diversa, oltre il punto di non ritorno.
Il disco abbiamo fatto appena in tempo a registrarlo poi io e Valori ci siamo salutati e la vita, in qualche modo, ci ha separati.  La scelta di Lontano da qui è arrivata dopo l’ascolto del disco che ha svelato emozioni che, oggi, sembrano rivelare un presagio anche se sono più che mai convinto che le canzoni abbraccino le storie di tutti senza appartenere a nessuno.

Una opportunità che diventa filosofia per non restare legati ai luoghi e alle persone?

Credo che questo disco si ponga proprio l’obiettivo di continuare il viaggio con pieno spargimento di cuore nonostante la vita ci ponga di fronte a degli ostacoli enormi. Prnso che  il lavoro da compiere su noi stessi sia quello di non andare subito al tappeto ma di continuare a provarci.

In questo senso la musica è una ottima palestra?

La musica è sicuramente terapeutica e nel momento stesso in cui ti rapporti con essa e con il canto non puoi che trovarne giovamento.

Queso album ci appare la sintesi di un periodo che ti ha permesso di riflettere molto. In questo tuo viaggio cos’è che ti ha stupito maggiormente e che tipo di incontri ti ha permesso?

Il disco è nato per caso mentre ero ospite di amici. Ogni canzone ha una sua storia legata agli incontri con persone reali ma anche i personaggi dei libri che amo. Riguardo agli incontri reali ricordo ancora la storia di una coppia di anziani, lui un vecchio professore di filosofia, lei una pittrice francese dal forte accento americano. Parlando di musica mi hanno raccontato la loro passione per Paolo Conte che per loro è diventata una occasione per viaggiare in giro per il mondo in funzione dei suoi concerti. Mi sembrava una storia molto bella che mi ha permesso di imprimere nel disco emozioni forti, autentiche, reali.

Credi che certi incontri avvengano solo per caso?

Credo al caso e a tal riguardo però posso risponderti che col destino non ho ancora fatto pace:  stiamo ancora facendo conoscenza.

A Sud di Nessun Nord è un album che ti rappresenta appieno?

Sono molto contento del lavoro fatto e di aver lavorato e imparato tantissimo. Ma, più di ogni altra cosa, sono felice di aver condiviso il percorso con tutti i musicisti che hanno preso parte alle registrazioni da Simone Fiaccavento a Taketo Gohara (produttore e ingegnere del suono di Vinicio Capossela) che ha mixato il disco, da Marino Severini (Gang) e Enza Pagliara a Giovanni Versari e lo stesso Giuliano Valori insieme a molti altri musicisti nazionali e internazionali.  Questo per dire  che siamo stati contentissimi di aver realizzato  un disco che ci piace e credo rappresenti molto bene il periodo che sto vivendo.

Hai già le idee chiare su come raccontarlo dal vivo?

Per quel che sarà la data romana al Teatro Arciliuto il 14 maggio lì avremo una formazione ben più ampia ed al tempo stesso intima con 5 o 6 elementi.

Cosa vuoi che arrivi a chi ti ascolta?

Sicuramente tutta l’emozione che sta dietro a questo disco  perché credo che la canzone oltre a raccontare delle storie debba mostrare in modo equilibrato i tanti elementi  di cui è composta che secondo Fabrizio De André sono l’orchestrazione, l’arrangiamento, le parole, la melodia. Se questi ingredienti non sono ben dosati la canzone può rischiare di non suscitare le emozioni  che le servono per rimanere impressa.

Ti capita mai di osservare la gente che ti ascolta mentre canti?

No mi lascio trasportare molto dalla melodia e quindi scelgo di concedermi un momento di concentrazione. In questo modo cerco di vivere le immagini che hanno dato senso e valore alle parole e, quindi, hanno dato vita alle canzoni .. ogni live è una sorte di viaggio pittorico.

C’è una immagine che rappresenta al meglio questo disco?

Il retro di copertina che mostra un’opera inedita dal titolo “Sosta a Sud” (olio su tela 50×50) del pittore Alessandro Quatrale pensata appositamente per questo album.

E…

Lasciamo la curiosità ai lettori di scoprire il messaggio che si cela dietro ogni canzone ben sapendo che delle canzoni, una volta pubblicate,  se ne perde un po’ la paternità.

di Giovanni Pirri