Le Interviste di Allinfo.it : I Santa Margaret (@Margaret_band)
(@margaret_band) (@atuttosocial)
“Cammino sul mio Destino,
lo calpesto, non lo ascolto
vorrei ridere per questo
La strada è scritta già
non serve calpestarla, ignorarla
Lei resterà“
[da La Strada dei Santa Margaret]
I Santa Margaret nascono dall’incontro tra Angelica Schiatti e Stefano Verderi e, insieme, con Marco Cucuzzella, Leonardo Angelicchio e Ivo Barbieri. Il nome da loro scelto si ispira ad un luogo molto antico situato a Sud del mondo, dove la tradizione si mescola con la trasgressione, il sacro con il profano. Un luogo di incontro tra diverse culture che diventa il terreno fertile di un modo di essere tutto tranne che scontato,perchè autentico.
Li abbiamo intervistati per Voi e possiamo dirvi che è stato un vero piacere fare la loro conoscenza. Al telefono Angela Schiatti.
Nel singolo da poco uscito “La Strada” torna la parola Destino e sembra che la convizione sia che il Destino finisca sempre col decidere per noi soltanto perchè glielo permettiamo. E’ questa la situazione di chi sostiene che il Destino sia quello che ci diamo per paura di non averne uno?
In verità l’idea convinzione alla base di tutto è che ci lasciamo spesso sopraffare dagli eventi, trovando scuse e finendo col credere che non sia mai possibile disporre appieno delle nostre facoltà. Ciò non toglie che noi abbiamo la facoltà di prendere in mano le nostre decisioni.
Ma ti spaventerebbe l’idea di non avere un destino ?
Il destino mi piace crearmelo seppur consapevole di essere qui per un qualcosa che non ho deciso io. La vita è troppo grande e importante per avere la presunzione di credere , di pensare che possiamo fare tutto noi. Al tempo stesso, però, val bene cercare di seguirlo, di aiutarlo e di fare in modo di seguire l’energia che abbiamo dentro e di non forzarla.
Una energia che ha il tempo di covare la sua vendetta nei confronti del digitale grazie all’avvento del suono analogico? Che sapore ha questa vendetta? Di sicuro non ha il sapore di Liquirizia?
E’ una vendetta molto dolce. Stiamo entrando in una era fantastica nella quale possiamo prendere tutto il meglio sia del digitale che dell’analogico e di poter fare musica usando le tecniche che abbiamo a disposizione. Per questa ragione più che una vendetta quella dell’analogico è un ritorno che trova spazio anche nel mercato reale grazie al ritorno dei vinile. Per Shout, l’autore della nostra copertina, la vendetta sembra apparentemente avere il sapore di liquirizia – che poi è un simbolo molto pop – ma solo girando, andando oltre, avendo il disco in mano, si capisce che si trasforma in un serpentello un po’ furbetto.
E nello srotolamento si percepisce la sensazione che ci sia voglia di riprendersi un tempo ma senza cedere il passo alla nostalgia come se gli altri avessero paura di riprendersi il proprio tempo e di non leggere le sporcature del suono come una opportunità di arricchimento delle sonorità dei dischi?
Nel singolo la Strada i primi due tre secondi , se si alza molto il volume, sembra che inizi a suonare un organetto. In realtà è determinato dal fruscio del nastro. Questo per dire che l’arte non è mai perfetta, forse perchè è, per sua natura, soggettiva, è istintiva. Mentre ad essere innaturale è la ricerca della perfezione. Basta pensare ai Beatles. Nella gestione del suono in studio , le sporcature del suono possono dare benefici come avviene nei live: possono essere vitali per il disco stesso. Per questo amiamo fare live.
Per questa ragione il Vostro disco è stato registrato in presa diretta, live. Come lo avete pensato e quindi sviluppato il Vostro Universo?
Il lato A è stato registrato in studio con qualche sovra incisione anche se con la filosofia del “buona la prima” mentre il lato B è stato registrato interamente live e riarrangiato nella sua interezza. L’intento è stato quello di trasformare il Lato B in un invito. Noi amiamo suonare fare concerti pertanto il lato B è stato pensato come un invito a venirci ad ascoltare. Il fatto di avere una band è fondamentale anche in questo. I pezzi vengono arrangiati tutti in sala prove e viene meno la difficoltà dell’artista singolo che deve subire l’intervento di persone diverse che potrebbero snaturare l’idea originaria.
La facoltà di poter registrare il disco live è una opportunità dunque? Che influenza hanno avuto i live che hanno preceduto la realizzazione del disco?
Il vantaggio di essere poco conosciuti ti permette di rodare i pezzi durante i concerti e di capire se possano funzionare o meno. Ci piace l’idea di sorprendere durante un concerto seppur mantenendo una coerenza di suono che parte dal rispetto costante del pubblico che viene ad ascoltarci.
Per questo dobbiamo ringraziare la Carosello che ci ha permesso di fuggire dalle regole radiofoniche e di mantenere la nostra onestà di musicisti.
Perchè avete scelto di mettere il Vostro brano in free download?
La vera opera d’arte per noi è il vinile. l’occhio vuole vedere. Shout sarebbe stato sprecato per fare la copertina di un cd. La copertina è fondamentale e il disco e’ una opera a 360 gradi. Il cd per noi, invece, è terrificante, anzi diciamo proprio brutto. Sappiamo però che è fondamentale farci conoscere e nel bene e nel male del nostro tempo. Il download è inevitabile e ci sta dunque il fatto di regalarli.
Ci sono persone che vi hanno spronato ad andare avanti sulla strada del vinile?
La figata è che questa nostra idea è stata spinta e avallata dalla nostra etichetta. Dario Giovagnini ci ha spronato a registrare in analogico. Se ricerchi il vero, l’oggetto, la verità ti trovi a dare origine ad una filosofia che può influire a 360° gradi sulla nostra vita e contagiare gli altri positivamente.
Sul fronte live cosa dobbiamo aspettarci?
Saremo sempre in giro a suonare e vi consigliamo il sito ufficiale per saperne di più www.santamargaret.com
E…
Ascoltiamo più musica. Quello che temiamo è il declassamento della fruizione della musica. Un formato mp3 con una foto pixellata male e le cuffiette non danno valore alla musica in un periodo che potrebbe regalarci opportunità creative inaspettate, grazie alle tecniche che oggi sono possibili.
di Giovanni Pirri
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