31 ° TORINO FILM FESTIVAL: i numeri e le parole di Paolo Virzì.

tff_altoSono 185 i titoli di Torino Film Festival 2013 di cui 70 lungometraggi opere prime e seconde 46 anteprime mondiali 25 anteprime internazionali 5 anteprime europee 62 anteprime italiane Selezionati su circa 4000 film visionati ( tra corti, medi e lungometraggi).

Una vera e propria Kermesse la 31ma per la Città di Torino che è iniziata il 22 novembre e terminerà il giorno 30 sempre del mese di novembre

Dovendolo definire, non possiamo non condividere le parole di  Paolo Virzi  che ama parlare di UN FESTIVAL CHE STA TUTTO DAVANTI.  Come  “un’occasione ghiotta, per un amante dei film, poter mettere il naso nell’officina di un festival di cinema. Se poi il festival è quello di Torino si tratta proprio di un colpo di fortuna. Quando ero passato da queste parti da spettatore a volte ero entrato in sala all’ultimo momento e a caso, senza neanche consultare il programma. Eppure non mi era m ai capitato di sbagliare film, mai. E chi per passione o per professione frequenta i festival di cinema sa bene quanto invece in occasioni come queste siano in agguato fatalmente le fregature. Film nemmeno brutti, ma della categoria più subdola: finti bell i. Qui a Torino invece, chissà perché, sarà la vicinanza con la chiostra alpina, intorno a questo evento culturale così importante spira un’aria di purezza e di pulizia, di serietà, di passione autentica, testimoniata dalla grande, crescente quantità e dal la qualità dei suoi spettatori. Forse anche perché si tratta del primo festival cinematografico metropolitano che abbiamo avuto in Italia, nato per l’appunto nel cuore di una grande città la cui identità affonda le radici nel lavoro, nella fabbrica, nella letteratura, negli albori dell’industria cinematografica, nella passione per la politica, per la filosofia e per il gioco del pallone. Credo che sia stata proprio la vigilanza severa ed affettuosa di questo suo pubblico folto ed esigente, composto da appas sionati di cinema che invadono Torino nei giorni del festival, ma anche in gran parte da semplici cittadini, studenti, lavoratori, intere famiglie che programmano le ferie proprio nell’ultima settimana di novembre, oltre alle straordinarie persone che ques to festival hanno creato e animato negli anni, a determinare quella qualità raffinata ed insieme popolare che fa spiccare il Tff nel panorama internazionale degli eventi dedicati all’arte cinematografica. Come ed in che cosa possa essere utile il sottosc ritto nel ruolo imprevisto e temporaneo di direttore, è cosa tutta da scoprire. Per voi spettatori, ma soprattutto per me. Credo di aver cercato intanto di non sciupare nulla di quanto di bello finora qui è stato costruito. Di essermi avvicinato a tutto qu esto con un sentimento di rispetto e di ammirazione verso chi negli anni ha lavorato a costruire la grande credibilità di questo appuntamento. D’altronde sono qui di passaggio, mi tocca fare un altro mestiere: i film mi piace scoprirli, guardarli e riguard arli, ma anche fabbricarli. Ma posso assicurare che stavolta per me è stato straordinario innamorarsi dei film degli altri, comporli insieme in un corpo complesso, in quel grandioso film che è un festival. E dunque ecco a voi il filmone di quest’anno, il trentunesimo della sua storia torinese. Mi pare proprio potente, ricco di voci diverse, cinéphile e pop: c’è il dramma familiare franco – canadese e quello venezuelano, il coming of age ed il noir estremo americano, i blockbusters europei, i film tragicomici italiani, le nuove narrazioni televisive, le commedie mainstream con le vecchie glorie, quelle esistenziali francesi, quella crudele coreana o giapponese, nuovi pedinamenti zavattiniani in Thailandia o nella provincia catalana, i l cinema di frontiera di Y u Likw ai e la grande immortale epopea degli antieroi della retrospettiva New Hollywood, e poi oggetti bizzarri, commoventi, rarità, ed infine ci sono le voci vive del cinema contemporaneo del reale, insomma la nuova affascinante stagione del documentario. Adesso il filmone è pronto a snocciolare la propria trama in nove intensissimi giorni, nei quali gli illusi come me avranno la sensazione di vivere in un mondo diverso d a quello al quale siamo abituati, in questi tempacci di crisi nei quali è così diffi cile far circolare le cose belle, sopraffatti come siamo dalla rassegnazione al peggio. Godetevi allora questa cosa preziosa: l’utopia di un grande racconto cinematografico senza confini“.

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Riservata ad autori alla prima, seconda o terza opera, la principale sezione competitiva del festival presenta quattordici film realizzati nel 2013, inediti in Italia; i paesi rappresentati sono Canada, Corea del Sud, Francia, Giappone, Italia, Messico, Spagna, Stati Uniti, Thail andia e Venezuela. Come sempre incentrato sul cinema “giovane”, il concorso si rivolge principalmente alla ricerca e alla scoperta di talenti innovativi, che esprimano le migliori tendenze del cinema indipendente internazionale. Nel corso degli anni sono s tati premiati ai loro inizi autori come Tsai Ming – liang, David Gordon Green, Chen Kaige, Lisandro Alonso, Pietro Marcello, Debra Granik. Un cinema “del futuro”, rappresentativo di generi, linguaggi e tendenze. Nel 2012, Shell di Scott Graham (Uk) ha vinto come Miglior film; Noi non siamo come James Bond di Mario Balsamo (Italia) e Pavillion di Tim Sutton (Usa) hanno ottenuto ex æquo il Premio speciale della giuria; Aylin Tezel per Am Himmel der Tag di Pola Beck (Germania) ha vinto il Premio per la migliore attrice, e Huntun Batu il Premio per il miglior attore per il film Tabun Mahabuda di Emyr ap Richard e Darhad Erdenibulag (Mongolia).

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