31° TFF: sezione film AFTER HOURS.

tff_after_hoursIl richiamo della Treccani al linguaggio del jazz è interessante, perché uno dei tanti titoli che è stato  immaginato per questa sezione era stato ‘Round Midnight, cioè proiezioni che si svolgono “intorno a mezzanotte”, ma anche il titolo di un celeberrimo brano jazz di Thelonious Monk e del bel film che al jazz dedicò Bertrand Tavernier nel 1986.

Si tratta di una sezione dedicata ai film che passano dopo le 22 e comunque di un curioso cortocircuito di idee, sensazioni e analogie. After Hours è fatta per quei film che, per atmosfera, impianto narrativo e produttivo, eccentricità o provocazione, un tempo, quando nelle sale esisteva il doppio programma, venivano programmati nell’ultima fascia notturna (o nei drive in o a mezzanotte nei festival). Spesso in odore di cult, oppure semplicemente bizzarrie per spettatori fanatici. Naturalmente, c’erano alcuni generi privilegiati: horror, fantascienza, thriller, noir, ma anche campioni del surrealismo, autori “notturni” e produzioni tra la serie B e la Z. Un universo che, per alcuni decenni, si è intrecciato con quello della cinefilia più libera e spericolata. Ecco dunque un horror “ecologico” ambientato in cima alle Alpi, Blutgletscher , diretto da Marvin Kren, il regista di Rammbock (il primo zombie movie tedesco), e un angosciante esercizio orrifico sulla cospirazione, The Conspiracy di Christopher MacBride; una distopica escursio ne “asimoviana” nella fantascienza da camera, LFO di Antonio Tublén, e un’invasione aliena stile Ultracorpi in quello che a prima vista pare un college movie , Plus One di Denis Iliadis; una compilation di horror found footage , V/H/S/2 , sequel del film pres entato al Tff lo scorso anno, e l’omaggio a un autore italiano che si cimentò nel genere negli anni ’70, L’etrusco uccide ancora di Armando Crispino. Ci sono due vendicatrici: la protagonista di un durissimo thriller belga sui preti pedofili, Au nom du fil s di Vincent Lannoo (in concorso nel 2011 con Vampires ), e la farmer ex prostituta che si scatena nel western di Logan Miller Sweetwater . Ci sono poliziotti deviati e tarati, come quelli turpi e imbroglioni di Wrong Cops di Quentin Dupieux e quelli inquiet anti e violenti di Big Bad Wolves , il film israeliano di Aharon Keshales e Navo t Papushado che ha entusiasmato Quentin Tarantino; ci sono assassini per caso, come il nervoso protagonista del cupo noir canadese Whitewash di Emanuel Hoss – Desmarais, o per sce lta, come il lucido serial killer di Can í ba l , agghiacciante percorso nella follia dello spagnolo Mart í n Cuenca. Poi, ci sono due bizzarri mockumentary , popolati di personaggi svitati e imprevedibili, come Männ er zeigen Filme & Frauen ihre B r ü ste di Isabe l l Suba, che nel 2012 mandò a Cannes al suo posto un’attrice per riprenderla durante la corv è , o come Computer Chess di Andrew Bujalski, dove si racconta una sfida tra campioni di scacchi e computer, in uno sperduto motel all’inizio degli anni ’80. Infine, d ue nomi eccellenti: il re dei folli Alejandro Jodorowsky, che in La danza de la realidad racconta (alla sua maniera) la propria vita; e l’imprevedibile Shane Meadows, fanatico ammiratore della band degli Stone Roses, che in The Stone Roses: Made of Stone s i è messo alle loro costole con la macchina da presa per documentare la loro riunione e l’entusiasmo dei fan.

AU NOM DU FILS di Vincent Lannoo (Belgio, 2012, DCP, 82’)
Dopo il suicidio del figlio adolescente, una fervente cattolica scopre scomode verità: un prete molestava il ragazzo , mentre il marito morto, nei suoi “ritiri spirituali”, si preparava alla guerra santa contro l’Islam. Diventa una vendicatrice sanguinaria. Parassitismo, pedofilia, integralismo: dall’autore di Vampires (in concorso al Tff 20 11), una commedia scomoda e ultra – caustica, che tratta temi pesantissimi con irriverenza disinvolta.

BIG BAD WOLVES di Aharon Keshales e Navot Papushado (Israele, 2013, DCP, 110’)
Una bambina scompare e dopo pochi giorni viene ritrovata violentata e uccisa in un bosco. Un poliziotto ruvido e spiccio è convinto che il responsabile sia un solitario insegnante: quando viene sospeso, cerca la sua vendetta privata con il padre della vittima. Dagli autori di Rabies , un thriller israeliano venato di cinico humor n ero, su sospetto, violenza, colpa e i lati oscuri della natura umana. Molto amato da Quentin Tarantino.

BLUTGLETSCHER ( THE STATION ) di Marvin Kren (Austria, 2013, DCP, 93’)
In un’isolata stazione metereologica delle Alpi tedesche, un gruppo di ricercatori studia le conseguenze dei mutamenti climatici. Alla vigilia di una visita ministeriale, da un ghiacciaio che si sta sciogliendo comincia a colare un misterioso liquido rosso. Con effetti genetici devastanti sugli organismi circostanti. Suspense a mille pe r l’horror d’assedio diretto dal regista di Rammbock , primo zombie movie tedesco .

CANÍBAL di Manuel Mart í n Cuenca (Spagna /Romania/Russia/Francia, 2013, DCP, 116’)
Notte, una coppia in auto, un incidente provocato da un’auto che arriva dalla direzione opposta. Il conducente scende e porta via il corpo della donna. Entriamo così nella storia di Carlos, un bravo, solitario sarto di Granada che, in privato, nella notte, è un serial killer. Thriller tesissimo e quasi senza sangue e vertiginosa discesa nelle emo zioni e negli agguati di un predatore (magnifica la scena sulla spiaggia), diretto dall’autore di La mitad de Óscar .

COMPUTER CHESS di Andrew Bujalski (USA , 2013, HD Cam , 91’)
In un motel americano, all’inizio degli anni ’80, si svolge un torneo di scacch i tra veri giocatori e computer. Girato con una videocamera d’epoca, percorso da geniali e goffi ricercatori informatici che, in una sorta di rivincita sociale, studiano programmi capaci di battere gli umani, e dalle coppie di una convention di autocoscien za sessuale, un mockumentary surreale, pieno di gusto vintage e di strambo intimismo nerd .

THE CONSPIRACY di Christopher MacBride (Canada, 2012, DCP, 84’)
Due amici filmmaker decidono di girare un documentario su un uomo che, per strada, urla ai passanti le sue teorie cospirazionistiche. Quando costui scompare, i due si mettono sulle sue tracce: ritrovandosi imprigionati dentro qualcosa più grande di loro. Tra mockumentary e found footage , un horror politico e satanista, che scava dietro i paraventi della menzogna e del potere. Grande suspense, e un’ultima mezz’ora al cardiopalma.

LA DANZA DE LA REALIDAD di Alejandro Jodorowsky (Cile, 2013, DCP, 130’) Una pio ggia di sardine sulla spiaggia , un padre macho con il mito di Stalin, e teschi, storpi, folli: l’au tobiografia surreale di Alejandro Jodorowksy, nato nel 1929 a Tocopilla, fra costa e deserto cileni. Una catena di memorie e fantasie grottesca e straniata, che segna il ritorno alla regia, dopo 23 anni, di un grande visionario, che fa anche i conti con la propria vita.

L’ ETRUSCO UCCIDE ANCORA di Armando Crispino (Italia/Germania/J ugoslavia, 1972, 35mm, 105’) Un misterioso assassino massacra a bastonate giovani coppie che si sono appartate vicino a una necropoli etrusca. Una tomba svela degli affreschi de l dio Tuchulcha che uccide due amanti. E poi, il Requiem di Verdi al registratore, scarpe rosse infilate ai piedi di tutte le vittime, un inseguimento in auto tra le stradine di Spoleto, un oscuro trauma infantile: un cult del giallo italiano anni ’70, dir etto da un autore che non aveva paura del genere.

LFO di Antonio Tublén (Svezia/Danimarca, 2013, DCP, 95’)
Un tecnico del suono depresso, svalvolato e maltrattato dalla moglie scopre una frequenza grazie alla quale può ipnotizzare e piegare al suo volere chi l’ascolta. Dapprima la utilizza per portarsi a letto la bella vicina, poi si fa prendere la mano dall’egoismo e dall’altruismo. I toni bruni e laconici del cinema scandinavo trovano nuova vitalità in questa black comedy dai risvolti drammatici e disto pici, che inquieta e fa sorridere.

M Ä N NER ZEIGEN FILME & FRAUEN IHRE BRÜ STE ( MEN SHOW MOVIES AND WOMEN THEIR BREASTS ) di Isabell Suba (Germania, 2013, DCP, 83’)
Nel 2012, una giovane regista tedesca fu invitata al Festival di Cannes con un suo cortometr aggio. Al suo posto mandò un’attrice, seguendola di nascosto per documentare il dietro le quinte: mondanità, lustrini, tappeti rossi, infiltrarsi ai party, corteggiare le ragazze, stiparsi in quattro in un monolocale, battibecchi e incomprensioni con l’ami co produttore. Quasi un mockume n tary per un affresco inedito sul cinema e i suoi rituali.

PLUS ONE di Dennis Iliadis (USA , 2013, DCP, 97’)
Un gruppo di liceali alle prese con la preparazione di una festa. Le situazioni e le atmosfere da college movie , tra John Hughes e Project X , vengono ribaltate quando un meteorite colpisce la terra e letteralmente “sdoppia” i personaggi del film. Un mix di commedia adolescenziale e fantascienza, ricco di ironia cinefila e originalità di scrittura, diretto da Dennis Ilia dis, autore del remake di L’ultima casa a sinistra .

THE STONE ROSES : MADE OF STONE di Shane Meadows ( UK , 2013, DCP, 96’)
Il 18 ottobre del 2011, gli Stone Roses, leggendaria band britannica nata nel 1984 e sciolta nel 1996, annunciano la loro riunione, p er tre concerti a Heaton Park, Manchester. 220.000 biglietti venduti in 68 minuti. Tra i fan sfegatati, Shane Meadows, che si appiccica al gruppo per filmare l’evento, le prove, i tentativi, il concerto a sorpresa in un pub di Manchester, con ingresso libe ro per i primi 1.500 capaci di esibire memorabilia d’epoca.

SWEETWATER di Logan Miller (USA , 2013, DCP, 95’)
Un proprietario terriero fanatico religioso, una bella ex prostituta che ha sposato un agricoltore messicano e uno sceriffo rinnegato si danno la caccia nel New Mexico di fine ‘800. Un western che mescola violenza e comicità (soprattutto nel personaggio folle e sbrigativo dello sceriffo Ed Harris). Tra Harris, Jason Isaacs ed Eduardo Noriega, spicca la vendicatrice January Jones (Mad Men), seguace della Sposa di Tarantino. V/H/S/2 di Simon Barrett, Jason Eisener, Gareth Evans, Gregg Hale, Eduardo Sànchez, Ti mo Tjahjanto e Adam Wingard (USA , 2013, 35 mm, 96’) Il sequel di V/H/S (T ff 2012): ancora una volta una collezione di episodi e frammenti horror in stile found footage , diretta a più mani. E fra fantasmi, zombi e alieni, è un pugno nello stomaco Safe Heaven , diretto da Gareth Evans ( The Raid , in concorso a Torino 2011) e Timo Tjahjanto, un tour de force satanico senza esclusione di colpi. Splatter e gore vanno a braccetto, con una leggera dose d’ironia. Forse superiore all’originale.

WHITEWASH di Emanuel Hoss – Desmarais (Canada, 2013, HD Cam , 90’)
Notte, una strada deserta: un uomo su uno spazzaneve, il cadavere di un altro che viene nascosto sotto la coltre bianca. Mentre il primo vaga confuso nelle foreste canadesi, i flashback rivelano il suo legame con il secondo. Una black comedy disperata, cinica, onirica e allucinata, che ricorda Fargo per toni e ambientazione, con un bravissimo Thomas Haden Church protagonista pressoché unico, delirante e borbottante.

WRONG COPS di Quentin Dupieux (Francia/USA , 2013, DCP, 82’) Un mucchio selvaggio di poliziotti della stradale: brutti sporchi e cattivi. Spacciano erba, sono negligenti, erotomani, stupidi. La nuova commedia di Quentin Dupieux (alias Mr. Oizo, a l Tff lo scorso anno con Wrong ) gioca con i generi mischiando il consueto cinismo surreale con un tocco di demenziale comicità. Irriverente, esilarante, inclassificabile. Una versione di Scuola di polizia virata in acido. Co n una botta finale.

Articoli su ALTRE SEZIONI

31 ° TORINO FILM FESTIVAL: i numeri e  le parole di Paolo Virzì.
SCOPRI QUI I QUATTORDICI TITOLI DELLA SEZIONE PRINCIPALE DEL 31° TFF
31° TFF: I film fuori concorso di FESTA MOBILE 2013
31° TFF: La nuova sezione BIG BANG TV

31° TFF: La sezione TFF DOC