Allinfo.it: Intervista a Gatto Panceri

gatto-panceriE’ tornato sulla scena musicale il cantautore, brianzolo doc, Gatto Panceri. E’ tornato lanciando una canzone esortazione dal titolo “Vieni a vivere”. Il  nuovo brano  ripropone un artista pieno di energia e di voglia di reagire alla crisi che sta attraversando il nostro paese. Una canzone fresca, positiva e piena di vitalità.

E in occasione dell’uscita del nuovo singolo ci è sembrato giusto incontrarlo per parlarne assieme a lui.

Siamo così abituati a correre persino a rincorrerci per una intervista che ad un certo punto ci rendiamo conto che la vita, troppe volte, è quella rincorsa buona solo  a sopravviverla e non a viverla sopra ?
Tutto diventa così frenetico, travolgente che  non c’è più tempo per fare altro, per vivere e trovare una soluzione e nuovo coraggio per affrontare il proprio tempo continuando ad essere autentici. Mettendo da parte il superfluo  proiettandosi  verso l’essenziale.

Cover_Vieni_a_vivere_Gatto_PanceriAl primo ascolto del brano “Vieni a Vivere” si ha la sensazione che dietro ci sia stato un grande lavoro, una presa di consapevolezza che è partita da lontano e si è trasformata in una nuova luce.
Sono felice che dalle note della mia canzone traspaia quella luce di cui parli ed io penso come “solarità”. La voglia era e resta quella di trasmettere segnali positivi, solari appunto. Nulla però avviene senza un motivo e, a volte, è necessario  guardarsi indietro per trarre da ciò che è stato  gli insegnamenti più utili alle esigenze di interpretazione del presente.  Un viaggio a ritroso non è mai semplice ma nemmeno impossibile.

Comunque una voglia di andare oltre come l’amore (l’amore va oltre) sapendo che “c’è (molto) da fare”?
Nulla viene per caso e tutto si trasforma. Un tempo ero molto attento alla metrica. I miei arrangiamenti erano molto serrati, molto intensi. Il desiderio di oggi è quello di tornare ad essere ancor più semplice, appunto autentico e di fare in modo che al centro di tutto non ci sia io, l’autore,  quanto piuttosto il concetto, le immagini che i miei testi riescono a raccontare.

GP_Foto-Video_8bIl verbo “vivere” è un verbo importante. La sensazione però è quella che gli Italiani abbiano problemi seri con i verbi. Vedi pure il caso del verbo giocare. Per altre culture la musica è gioco. Per noi non sempre. Pensi ci sia di mezzo un problema culturale ?
Sì, in effetti,  il problema  è culturale ed è un vero peccato. C’è in giro molta sfiducia che tende a sottovalutare   il valore   della canzone. Unisce le persone ed è importante che  non perda la  capacità  di emozionare, di legarsi “naturalmente” agli  affetti e alle esperienze della vita di ciascuno. Diventa quindi una opportunità mancata quando è artefatta e perde nella  radice  l’istintività che le è propria. Questo non significa che debba essere buttata lì solo per il gusto di farla. Il nuovo disco mi ha richiesto due anni di lavorazione molto intensi. A muovermi la voglia di comunicare ciò che è stata per me una occasione di evoluzione importante.

Quindi se dovessimo raccontare il nuovo Gatto Panceri attraverso un concetto ben delineato potremmo dire che il suo approccio alla musica è decisamente  Battistiano?
E’ l’approccio   di  una persona semplice che non fa questo mestiere per ricercare il successo oltre ogni limite e a costo della propria dignità ma per vivere,  la  vita attraverso le canzoni sperando che ad essere  focalizzato da chi le ascolta non sia tanto  l’autore quanto piuttosto  le emozioni che il testo ambisce a comunicare.  Il mio approccio alla musica e alla vita è quello di un uomo che dedica intere giornate (almeno 8 ore al giorno) alla ricerca. Mi piace  spaziare nei testi e quindi nelle tematiche.

La musica è anche una opportunità per continuare a generare sogni nel cassetto come quello per la scrittura e per chi è abituato a “lottare” ogni giorno con le regole ferree della metrica un libro può rappresentare  un momento di libertà espressiva sublime ?
Il mio rapporto con i libri è speciale, amo leggerne molti e questa mia passione ad un certo punto mi ha spinto al bisogno di lavorare  alla stesura  di una autobiografia per me importante che non ho timore di  definire molto sincera. Ho impiegato 3 anni per scriverla. Una opportunità per lavorare sul passato alla luce di emozioni forti. Io figlio di una ragazza madre e di un padre  fuggitivo  ancor prima della mia nascita oggi protagonista di un rinnovamento che vivo sulla mia pelle sotto la piena luce dei riflettori di un nuovo tempo. Per il momento resterà chiusa ancora  nel cassetto nell’attesa che possa arrivare l’editore in grado di valorizzarla nella maniera corretta nel pieno rispetto delle motivazioni che mi hanno spinto a scriverla.

Dopo la pubblicazione del singolo “vieni a vivere” avvenuta a fine maggio è arrivato il tempo di pubblicare il video clip del brano. Già dai primi frames si nota  un grande lavoro ma soprattutto la voglia di comunicare emozioni speciali. Una impresa che ti ha richiesto molta attenzione?
Otto giorni di girato, tre registi, sei giorni di montaggio e diverse location per far arrivare parole ed  emozioni. E’ stato interamente autoprodotto perché bisogna credere nei progetti tenuto conto che, se ci pensi, oggi il 90% della musica la ascoltiamo su youtube guardando le immagini.  Magari meglio autoprodursi un video piuttosto che entrare nei meandri dei low budget e dell’oscuramento da crisi economica.

Per il momento hai pubblicato  solo un singolo. Puoi anticiparci news sull’uscita dell’album?
L’album uscirà quando sentirò che sarà arrivato il momento giusto perché, oggi, a causa della diffusa precarietà c’è molta confusione e poca attenzione nei riguardi della musica.  Anche se per me è stato significativo il concerto che ho tenuto a Monza recentemente davanti a 15 mila persone. Una occasione per presentare il mio nuovo brano insieme al mio repertorio e registrare così il calore della gente. Quel calore che da sempre continua a motivarmi.

Vieni a vivere resterà l’unico video-clip?
No. C’è la voglia di realizzare un nuovo video anche per il  secondo singolo che uscirà in concomitanza dell’uscita dell’album che avverrà comunque  non prima del 1 settembre.

di Giovanni Pirri

“Otto giorni di girato, tre registi, sei giorni di montaggio e diverse location geograficamente disparate per completare l’opera. Ritmo incalzante ed elegante che evoca due cavalli bianchi al galoppo, felici e liberi: in riva al mare. Natura e animali, questi i protagonisti principali della sceneggiatura.”